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TV Lumière - 12.12.05 intervista su www.rockit.it di Federico Linossi

Nel recensire il vostro disco vi ho definito, per esprimere quanto la vostra musica sia estranea a crismi canonici, alfieri di un rock d’avanguardia. Vi riconoscete in questa definizione?
Ti premetto che quando abbiamo formato il gruppo non ci siamo detti facciamo questo o facciamo quello, avevamo tutti idee molto affini ma orientate su diversi stili. Solo con il tempo siamo riusciti ad amalgamarle. Negli anni siamo stati definiti in più modi: a chi piaceva etichettarci dark, chi post-rock, altri noise ambientale; quando si è un ibrido si fa fatica ad essere classificati in un genere. A noi non è mai importato molto, le categorie servono solo per gli archivi. Non crediamo di esserne gli alfieri, ma rock d’avanguardia ci calza molto bene, è molto ampia come definizione, ti ringraziamo per questo.

I testi delle vostre canzoni sono molto intimiste, quali sono le maggiori fonti di ispirazione?
Atmosfere e visioni, sogni ad occhi aperti, salti nel passato, nel mondo immaginario e qualche reportage, reagiamo a tutto questo. Sicuramente gente come Nick Cave, David Sylvian, Andrea Chimenti, Yukio Mishima, Louis F. Céline, Antonin Artuad hanno fortemente influenzato il nostro modo di comporre, ma anche molti scrittori di fine ‘800 inizio ‘900 e non solo… Gli stati d’animo però non sono sempre gli stessi, spesso esce fuori violenza nella sua forma più spregiudicata. Lo stato d’animo viene influenzato dalla musica che abbiamo composto prima e che scorre sotto, nel momento in cui ci si adattano cantato e testo.

Il tutto condito da splendide musiche: sonorità crepuscolari, ritmiche dark wave…
Ascoltando il nostro disco non si dovrebbe fare troppa fatica a credere che le nostre radici sono più new wave che altro: io e mio fratello (a parlare è Ferruccio, N.d.R.) siamo cresciuti ascoltando i Joy Division e ci sono rimasti nel cuore. Tuttavia i nostri ascolti non si sono mai limitati solo a quel filone ed abbiamo sempre cercato di non farci coinvolgere troppo dal punto di vista creativo, una componente dark-wave c’è senz’altro, ma non credo che in questo disco la cosa sia così esplicita, è molto oscuro, questo si! E poi... grazie per lo “splendide musiche”!

E le opere che ne escono non sono, di certo, dirette al grande pubblico… quali sono, esattamente, gli obiettivi che vi proponete?
A dire il vero non lo sappiamo esattamente, ci diamo da fare continuamente per far arrivare la nostra musica a più persone possibili, i mezzi purtroppo sono limitati, noi continueremo a fare quello che facciamo sperando di farlo sempre meglio.

La produzione artistica del vostro disco è a firma di Amaury Cambuzat (leader degli Ulan Bator). Come siete entrati in contatto con lui?
Dopo aver aperto un concerto degli Ulan Bator nel 2002, un’esperienza che ci ha procurato tantissima gioia. Seguiamo gli Ulan Bator dal ‘97/’98 e suonare sul loro stesso palco è stata una cosa davvero speciale (a distanza di 3 anni me ne rendo conto ancora meglio). Amaury rimase colpito dalla nostra musica, da lì rimanemmo in contatto finché non decidemmo di andare in studio a fare il disco con lui; chiaramente i nostri rapporti si sono consolidati.

E che ruolo ha avuto nella produzione del vostro disco?
Diciamo che lui ha reso possibile la registrazione: non sapevamo come fare, avevamo chi più e chi meno problemi col lavoro e ci era impossibile allontanarci nel periodo prefissato. Amaury si è dato da fare per procurare il materiale necessario per la realizzazione del disco e portarlo nella nostra città…così è venuto a Terni insieme al fonico Marco Gaudesi ed abbiamo allestito uno studio mobile all’interno del Nexus Club. Amaury ha coordinato un po’ tutto il lavoro, ha ritoccato alcune parti e arrangiato un paio di brani che in realtà non ci convincevano troppo, ha partecipato anche come musicista intervenendo con chitarre, piano, voci ed effettistiche, ci ha consigliati sui suoni e su come impostare i brani, registrato tutto con il grande aiuto di Marco Gaudesi e mixato il lavoro. …e siamo tutti molto soddisfatti di questo.

Il disco ha avuto, comunque, una gestazione piuttosto lunga. Per quali motivi?
Il disco è uscito dopo un anno e mezzo perché abbiamo atteso a lungo la risposta di 2 o 3 etichette che sembravano interessate a noi, in quel periodo hanno avuto un sacco di problemi… chi stava cambiando distribuzione e doveva aspettare, chi aveva problemi con gli artisti e si stava decimando, chi con i soldi; un po’ i soliti problemi che hanno tutte le piccole etichette indipendenti. Dopodiché ci siamo trovati tutti d’accordo per far uscire il disco per la cara Tele_noise.art, una piccola label indipendente di cui noi stessi siamo collaboratori, e poi la Venus l’ha preso in distribuzione e… così è andata.

Sono molti, nella vostra musica, i riferimenti alla Francia: il nome che avete scelto come ragione sociale, liriche in “lingua”…
Ogni scelta è determinata da una serie di circostanze, per quanto riguarda il nome posso dirti che ci suonava bene e questa secondo noi è la cosa più importante, in relazione però all’attenzione che avevamo e che continuiamo ad avere per la Francia e un sacco di cose che la riguardano: dalla letteratura alla musica stessa, in quel periodo infatti seguivamo molto la scena musicale francese, e anche adesso…

Nel vostro sito, poi, ho trovato una serie di interviste e recensioni pubblicate da siti musicali francesi? Come siete entrati in contatto con la stampa d’oltre Alpe?
Questo lo dobbiamo ad Amaury che durante una tournèe in Francia ha distribuito il nostro cd a molti dei giornalisti che lo hanno intervistato: lo hanno apprezzato e siamo stati contattati per interviste e recensioni. Devo dire che la cosa ci ha molto sorpresi!

In Francia avete mai suonato?
Purtroppo non ancora, ma ci stiamo lavorando. Ci sono persone interessate a noi che avrebbero voglia di curarci il booking per sperimentare una prima tournèe. Stiamo aspettando il momento giusto, forse a Maggio, forse nel 2007, vedremo cosa uscirà fuori.

Vi siete invece esibiti in Germania e Slovenia: cosa vi è rimasto di queste esperienze?
Moltissimo, ti assicuro che le consideriamo tra le nostre date più riuscite e meglio organizzate, sia a livello di ospitalità che di seguito. La gente ha risposto molto bene ed era attentissima…e non avevamo neanche il disco fuori, una specie di miracolo! Sarà che i gruppi stranieri tirano sempre di più. Comunque belle esperienze, ci è rimasto un bellissimo ricordo. Alla fine riesci a capire che anche se canti in italiano puoi essere apprezzato all’estero.

E come sono le vostre esibizioni dal vivo? “Contaminate” la musica con qualche altra forma d’arte?
No, all’inizio abbiamo sperimentato delle cose: immagini proiettate e cose del genere, una volta anche alcune installazioni ma ci è sembrato distraessero gli spettatori. Aadesso penso che se fai le musiche per delle immagini, allora vale la pena di mostrarle insieme ad un concerto, ma se metti le immagini sulla musica, queste diventano l’opera che va presentata, secondo me non ha molto senso. Ci piacerebbe, invece, creare delle musiche per film in base al contenuto degli stessi. Una volta abbiamo prestato le nostre musiche per un cortometraggio, canzoni che sono sul disco, ma come dicevo prima, l’opera è della regista.

Nella vostra biografia si fa riferimento al precedente progetto “The Clown Sadness”, che velleità artistiche aveva quel gruppo? C’è qualche legame con gli attuali “Tv Lumiere”?
Quello fu il nostro primo gruppo, si faceva new wave appunto, contaminata da noise rock, poi c’è stato un forte avvicinamento verso la psichedelia. Eravamo poco più che ragazzini quando ci formammo e non avevamo neanche troppa confidenza con gli strumenti. L’ultimo periodo poi fu terribile, il gruppo si andava sgretolando, i nostri rapporti erano buoni ma non avevamo grosse spinte emotive, quindi abbiamo sentito la necessità di tagliare, meglio così! Le sole cose che legano quel progetto ai TV Lumière sono una certa vena oscura e 3/4 della line up. Credo però che quell’esperienza ci sia servita molto.

E tra le due band c’è stato un viaggio in Germania…
E’ stato un periodo decisivo, dovevamo allontanarci un po’ per riprendere fiato e mettere le mani sul nuovo materiale destinato al progetto che avevamo in cantiere. Abbiamo preso delle decisioni importanti, credo che quel viaggio sia servito più che altro a questo. A Berlino prendemmo una stanza per una settimana dove componemmo alcuni brani come “I Gatti”, su chitarra acustica e voce e altri che sono stati in seguito completamente trasformati come ”D’Improvviso” , “Riflesso”, “Elegia”… o altri ancora che sono andati perduti. In quel viaggio abbiamo tracciato un sentiero sul quale poter camminare, un sentiero piuttosto largo direi.

Siete interessati ad altre espressioni culturali oltre alla musica? E, a quali correnti o artisti, vi sentite maggiormente legati?
Credo che ognuno di noi sia interessato ad altre forme d’arte, ma non coinvolto direttamente. Ci interessa soprattutto la letteratura, ma non c’è un periodo o una corrente precisa che seguiamo, da Celine a Dostoewskij, da Rimbaud a Flaubert, Mishima, Miller, Burroughs e una certa letteratura italiana di inizio secolo scorso, Montale e Campana su tutti. Ci interessa anche la pittura di Bosch, Munch, Escher, De Chirico, Ernst, Van Gogh, Monet, Klimt, la pop art e il cinema di Lynch, Bertolucci, Kubrick, Cronenberg, Scorsese, Truffaut solo per fare alcuni nomi, ma molte altre forme d’arte ed artisti attirano ogni giorno la nostra attenzione, anche se devo dire che siamo piuttosto selettivi e analizziamo molto dettagliatamente prima di poter dire se una cosa è buona o meno.

In quali progetti siete attualmente impegnati?
In questo periodo stiamo cercando di mettere insieme un po’ di date dal vivo, alcune con Amaury Cambuzat insieme ai Viclarsen e Olivier Manchion, speriamo vadano in porto, Amaury e Olivier sono molto impegnati con i loro rispettivi gruppi e ora stanno facendo una lunghissima tournèe europea con i Faust. Non è per niente facile prendere accordi con tutte queste persone in relazione alla disponibilità dei clubs che vorrebbero accoglierci, comunque faremo di certo alcune date da soli sparse qua e la per l’Italia e poi alla fine di Febbraio andremo in Germania per una mini tournèe. Ci stiamo occupando inoltre dell’organizzazione di un mini-festival itinerante con dei gruppi coinvolti nel progetto Tele_noise.art. Al momento stiamo lavorando su queste cose, del prossimo disco ancora non se n’è parlato in maniera concreta, alcuni brani nuovi però sono già in lavorazione. Staremo a vedere…