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[AAVV] Rockalvi
Calvi dell’Umbria (TR), 28-07-2002

di Francesco Covarino (ROCKIT)

"Rockalvi” è un festival di due giorni che si tiene a Calvi, un minuscolo paese al confine tra Umbria e Lazio. Il cartellone di questa sesta edizione, sotto la produzione artistica dei fratelli - nonchè eroi locali - Federico e Ferruccio Persichini, prevede per la prima volta, oltre alla consueta presenza di gruppi emergenti, anche musicisti già affermati come Giorgio Canali e L’Enfance Rouge.
Concerti dal tardo pomeriggio in poi, prezzo d‘ingresso contenuto, birra a 2 euro, campeggio gratuito... c’è anche una bella piscina per il bagnetto notturno, nonostante il vento gelido. Cosa volere di più?

Sabato 27 luglio
Alcuni problemi tecnici fanno slittare di un paio d’ore l’inizio dei concerti. I primi a salire sul palco sono gli
O.H.B., ma dopo il primo pezzo ne ho già abbastanza, così abbandono la zona dei concerti e mi avvicino al campo di calcetto dove ha luogo un ben più suggestivo derby tra Perugia e Ternana al quale partecipo in veste di ala sinistra. Mi perdo così i White Line ed è un peccato perchè chi ha assistito al concerto di questi tre ragazzi me ne ha parlato bene... L’agguerrita sfida calcistica, dal livello tecnico imbarazzante, termina con uno scialbo pareggio 1-1 dopo una ventina di minuti di gioco, perchè stanno per cominciare i Babalot ma soprattutto perchè tutti i giocatori risultano fisicamente provati.
I
Babalot sono un gruppo di Roma che suona experimental rock, o almeno così dice la locandina: in realtà per tutta la durata del concerto mi sforzo di trovare qualcosa di experimental nella loro musica, senza fortuna. Piuttosto propongono un rock con forti influenze cantautoriali - Rino Gaetano su tutti - risultando piacevoli in particolare per l’ironia dei testi, anche se alla lunga un po’ ripetitivi.
Dopo la pausa-cena tocca ai ternani
La gioia delle lusinghe, che oltre ad avere uno dei nomi più belli che abbia mai sentito, propongono un indie-rock che a tratti si avvicina a certo pop ‘obliquo’, con le chitarre che, leggermente dissonanti, si intrecciano a meraviglia tra loro e una voce sommessa e molto dolce.
Dopo di loro salgono sul palco gli
Psychocandy, unico gruppo di Perugia presente quest’anno, che per motivi di tempo purtroppo propongono soltanto quattro pezzi. Il loro sound si ispira alla scena dark e new-wave (in particolare nelle lunghe parti strumentali ossessivamente ripetitive) con richiami a certe cose dei CCCP.
L’headliner (oh, yes...) di questa prima serata è
Giorgio Canali che accompagnato da basso, chitarra e batteria presenta il suo terzo album solista “Rossofuoco” di fronte a un centinaio di presenti. Probabilmente dipende dal fatto che non avevo grandi aspettative da questo concerto, ma alla fine l’impressione che se ne ricava è quella di un rock che, per quanto suonato con grande onestà e sentimento, non riesce a coinvolgere fino in fondo e che finisce per scorrere via senza sussulti e senza riservare particolari sorprese.


Domenica 28 luglio
I concerti pomeridiani si aprono con un’insperata notizia, che contribuisce a rallegrarmi non poco: il gruppo che avrebbe dovuto esibirsi per primo se ne è rimasto a casa insieme al suo nu-metal del cazzo. Aprono così i
Captain Crook, tra punk e garage, e per tutto il tempo non faccio che pensare agli Stooges - a fine concerto il cantante lascia il festival in ambulanza (!!!).
Più tardi tocca a
Lanausea che, dopo aver risolto i problemi del bassista con una bottiglia di birra, ci danno dentro con un indie-punk-rock tirato e incazzato al punto giusto e con dei testi velenosi e taglienti (alcuni titoli: “io sono sublime”, “autostima alle stelle”...). 10 e lode all’ultimo pezzo, con una supplica: cantatelo sempre così, non sto scherzando.
I concerti della sera sono purtroppo rovinati da non so quali problemi tecnici; fatto sta che sia
Pseudoselen che TV Lumière salgono sul palco, subiscono un lunghissimo soundcheck (persino la batteria) e subito dopo cominciano a suonare senza che nè il pubblico nè gli stessi musicisti riescano a rendersi conto quando effettivamente cominci il concerto vero e proprio. A parte ciò, entrambi i live sono molto belli: gli Pseudoselen sono il gruppo che più mi è piaciuto tra quelli emergenti, a cominciare dal primo pezzo intitolato “Il tempo non è mio amico”, con un ritmo e dei riff nervosi e schizzoidi, fino alla fine della loro esibizione. Belle canzoni e bei testi, bellissimo concerto.
Con i padroni di casa
TV Lumière appare finalmente per la prima volta una chitarra acustica sul palco di Rockalvi: col loro delicato rumorismo l’atmosfera si fa più romantica e allo stesso tempo oscura. Aprono con la splendida “I gatti” e chiudono con “Riflesso”, dimostrando una raffinatezza e un’attenzione per le sfumature della loro musica fuori dal comune.
Arriviamo infine all’evento principale del festival, ovvero l’esibizione de
L’Enfance Rouge, trio composto da Francois Regis Cambuzat (chitarra, voce), Chiara Locardi (basso, voce) e Jacopo Andreini (batteria). Luci bassissime, un concerto straordinariamente intenso che alterna momenti di (apparente) quiete - quando è Chiara a cantare, elegantissima e con quella sua voce meravigliosa in “L’age d’or” o “Davos bei nacht” - a momenti di delirio come “Barrio chino” o “Ajustement structurel / italienische tanzkrankheit”, con Francois che si abbandona come ipnotizzato dalla sua stessa chitarra mentre Jacopo percuote selvaggiamente i tamburi...
Alla fine, stordito e in uno stato di semi-incoscienza come succede solo dopo i grandissimi concerti, non sono capace di scrivere di questo concerto, tanto risulta essere più grande di me... e non capisco neanche perchè perdete tempo a leggere questa recensione scritta con i piedi invece di andare sul sito www.enfancerouge.org e scaricare il loro ultimo album “Rostok-Namur”... è gratis, cazzo...!